Inizia la sesta tappa del nostro tour dell’Islanda in 9 giorni, quella in cui entriamo nei fiordi occidentali dell’Islanda.
Il giorno prima ci siamo fermati a dormire a Blonduos, al termine di una tappa piuttosto lunga, quella del tour dell’Islanda Nord Occidentale.
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Ti ricordi che alla partenza del tour dell’Islanda Orientale avevamo incontrato due ragazzi che ci hanno detto di andare a visitare la zona dei fiordi occidentali dell’Islanda ed una cascata che si trova in quell’area? Abbiamo stravolto tutti i programmi e stiamo per farlo.
Lasciamo la nostra sistemazione all’Hotel Blanda, carichiamo gli zaini sulla nostra fedele Polo a noleggio e siamo pronti per partire.
Lasciamo la Ring Road
La giornata scorre praticamente guidando in continuazione. Ci dirigiamo inizialmente verso sud e poi sempre più ad ovest.
Dopo una cinquantina di chilometri arriviamo in cima al Hrutafjordur, iniziamo a risalirlo sul lato opposto delle sue coste. Da questo momento abbandoniamo di nuovo la Ring Road, la strada numero 1 che gira attorno all’isola, come avevamo fatto attraversando l’Islanda dell’est per risalire l’altopiano.
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Sono ormai oltre 2000km che viaggiamo con il mare alla nostra destra.
La mattinata procede veloce, le strade sulla costa sono molto scorrevoli. L’obiettivo della nostra giornata è ancora piuttosto lontano.
La zona più inospitale dell’Islanda
I fiordi occidentali dell’Islanda si presentano come un territorio molto duro, severo, estremamente inospitale.
Ci fermiamo a fare delle foto lungo il tragitto, ma più che una zona di fiordi, sembra proprio di fermarsi a fotografare l’inospitalità del luogo.
Sebbene, ad essere onesti, la bellezza di questi posti sia indiscutibile; sono semplicemente molto diversi dal resto dell’Isola.
Tutta un’altra storia rispetto ai soleggiati e rilassanti fiordi dell’Islanda dell’Est.
Giusto il tempo di una pausa pranzo rocambolesca in un punto a caso sulla costa: come da programma di tutto il viaggio continuiamo a goderci sempre pasti estremamente ricercati; dove ci siamo fermati noi ci sono anche due ragazze che hanno un approccio a questo viaggio simile al nostro, forse ancora più raffinato: stanno pranzando con soltanto uova sode.
Percorriamo una non precisata quantità di chilometri lungo la costa, poi il navigatore, (con le mappe offline chiaramente), ci segnala che è giunto il momento di lasciare la strada principale.
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Oltre l’altopiano nei fiordi occidentali
Dobbiamo oltrepassare un altopiano e la strada è sterrata. Procediamo con calma. La sensazione di essere assolutamente in mezzo al nulla per chilometri e chilometri è più che mai forte.
Ci rendiamo ben presto conto che le strade in questa zona sono messe ben peggio che nel resto di tutta l’Islanda. Su questa strada sterrata ci sono letteralmente buche ovunque.
Talmente tante buche da non riuscire a guidare, nemmeno a 20km/h, senza prenderne una almeno con una ruota.
Rimaniamo nel dubbio se sia meglio guidare a 20km orari e cercare di schivarle o andare più forte: dai 70km/h in su gli impatti sembrano essere molto più lievi.
La realtà è che la velocità adatta sarebbe più bassa, ma sembra di guidare in un campo minato, e rompere la macchina qui sarebbe tutt’altro che ideale.
In cima all’altopiano la visibilità si fa pessima, nebbia fitta e visibilità di 10-20 metri, dobbiamo per forza andare piano.
Finisce la nebbia. Infatti cade qualche fiocco di neve. Sempre meglio. Siamo abbastanza in alto. È il 19 Luglio. Nevica. Tutto regolare.
Iniziamo a scendere verso l’altro versante dell’altopiano e a questo punto impieghiamo relativamente poco tempo ad arrivare all’obiettivo di oggi.
Cascata Dynjandi
Non so dire se stravolgere parte del viaggio seguendo il suggerimento di due completi sconosciuti sia stata una buona idea, sicuramente questa cascata è estremamente fotogenica, bellissima da osservare e vi garantisco che non potete coglierne l’imponenza fino a che non vi ci troverete davanti, o meglio, sotto.
La cascata chiaramente rimane l’attrazione principale, ma a mio parere anche il luogo in cui si trova merita di essere menzionato: questa foto è scattata direttamente da sotto la cascata.
La cascata Dynjandi si trova in un bellissimo ed ampio fiordo. Quando l’abbiamo visitato noi c’era una calma surreale, con il costante scroscio d’acqua della cascata che rompeva il silenzio.
Rientro all’alloggio per la notte
Ripartiamo. La particolarità di questo spostamento è che per raggiungere il nostro alloggio per la notte dobbiamo percorrere nuovamente gran parte della strada sull’altopiano, poi gireremo verso nord e attraversermo di nuovo un altopiano per raggiungere il paesino di Talknafjordur, dove abbiamo prenotato per stanotte.
Esatto, in Islanda succede anche questo, fare decine di chilometri attraverso altopiani e fiordi semplicemente per raggiungere il primo posto in cui siamo riusciti a trovare una sistemazione.
Arriviamo finalmente nella zona di Talknafjordur, un profondo fiordo in cui vengono allevati salmoni.
Abbiamo prenotato una stanza presso la Guesthouse Bjarmaland.
Mi sembrava opportuno fotografare la nostra gloriosa polo noleggiata per il tour. Non un grandello di polvere.
Chiaramente la differenza tra la tipologia di macchine dei turisti e dei locali si nota.
Riusciamo a berci una birra in un bar del paesino, la giornata è finita.
Dobbiamo riposarci. La parte mancante del viaggio è intensa: domani ci aspetta la penisola di Snaefellsnes.