Pochi giorni fa ho avuto modo di vedere uno di quei tramonti in montagna che tutti noi montanari speriamo di vedere quando abbiamo l’opportunità di dormire in montagna. E non solo il tramonto, ma anche l’alba. Tempo bellissimo, foschia veramente minima, peccato per il vento freddissimo, ma è stata davvero una bella esperienza.
Sono stato decine di volte alla Pedata del Diavolo, un colle brullo sul crinale toscoemiliano a 1662 metri slm in provincia di Pistoia. Ci sono stato in estate, in inverno, a piedi e in mountain bike. Non è un posto nuovo per me, ma lo è stata l’esperienza di andarci a vedere tramonto e alba.
Qualche settimana fa un amico mi ha chiesto se mi interessava unirmi a questa escursione che stava organizzando. Non un’escursione lunga, con una meta ambiziosa, non una delle nostre classiche grandi faticate; piuttosto un’uscita molto tranquilla con l’obiettivo di vedere il tramonto dalla Pedata del Diavolo e poi passare la notte al rifugio del Montanaro.
Siamo partiti da Pratorsi nel primo pomeriggio, dove abbiamo lasciato le macchine. Io e la mia compagna, assieme ad un gruppo di amici e membri del CAI di Maresca ci siamo avviati verso il rifugio del Montanaro iniziando a risalire la vecchia pista da sci di Pratorsi.
Indicativamente dopo un quarto d’ora eravamo sulla strada che in pochi minuti porta al passo della Maceglia, un importante crocevia di sentieri che si snodano sull’appennino toscoemiliano. Da lì abbiamo proseguito in salita verso il rifugio del Montanaro. In terra c’era appena qualche centimetro di neve quindi si procedeva benissimo senza necessità delle ciaspole, che infatti non abbiamo mai usato.
Rifugio del Montanaro a Maresca
Dalla partenza in un’ora circa siamo arrivati al rifugio del Montanaro. Siamo entrati, abbiamo alzato le bandiere e ci siamo assicurati di accendere i due grandi camini che permettono di riscaldare la struttura.
Abbiamo trovato la legna all’interno preparata da coloro che erano stati al rifugio prima di noi.
Per dormire al rifugio si pagano 10€ se si è soci CAI, 20€ per i non soci.
Il rifugio è appena stato ristrutturato, è dotato di pannelli fotovoltaici che ci hanno permesso di utilizzare la luce dal tardo pomeriggio fino a quando siamo andati a letto (varie ore).
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I pannelli ci hanno permesso anche di alimentare il sistema di aerazione che convoglia l’aria calda dai camini fino al piano di sopra nelle camere dove ci sono 12 posti letto. Perfetto per il nostro gruppo che era composto di 10 persone.
Non c’è un rifugio sulla Pedata del Diavolo, se ne senti parlare, si tratta del rifugio del Montanaro.
Tramonto alla Pedata del Diavolo
Poco dopo le 17.00 sarebbe tramontato il sole, ci siamo quindi incamminati verso la Pedata del Diavolo. La temperatura di -8 e il vento fortissimo non hanno reso la cosa particolarmente piacevole, come per niente piacevole era provare a fare qualche foto al tramonto, ma valeva la pena.
Il sole tramonta in direzione del tirreno, infatti in giornate particolarmente terse come quella che abbiamo trovato noi, si vedono anche le isole dell’arcipelago toscano e la Corsica sullo sfondo. Meraviglioso.
Il riflesso visibile nella foto è quello del sole sul mar tirreno.
Dopo il tramonto siamo velcemente scesi verso il rifugio sfruttando la poca luce ancora disponibile per non dover utilizzare le lampade frontali.
Serata al rifugio del Montanaro
La serata in montagna, dove (fortunatamente) la rete telefonica è quello che è e non ci sono tante distrazioni, è passata cucinando un po’ di pasta, mangiando salumi e affettati, bevendo vino, vari liquori e amari, facendo due chiacchiere e qualche gioco.
Attenzione: il rifugio non è gestito, non c’è alcun bar o tipo di servizio. Per andarci dovete essere con qualche socio CAI e accordarvi con i soci locali per l’accesso/le chiavi.
Il rifugio ha invece tutta l’attrezzatura necessaria per cucinare (ma devi portarti tutto ciò che vuoi cucinare / mangiare / bere).
Tutto quello che abbiamo consumato lo abbiamo portato noi e abbiamo riportato a valle avanzi e rifiuti: questo è fondamentale affinchè la montagna resti un posto pulito e gli altri non debbano farsi carico di ripulire lo sporco altrui.
Non molto tardi siamo andati a letto al piano superiore dove ci sono 2 stanze con 3 letti a castello in ogni stanza per un totale di 12 posti letto.
I due camini che erano accesi da ore avevano portato la temperatura del piano superiore ad un livello più che sufficiente, abbiamo steso i sacchi a pelo e ci siamo messi a dormire.
Alba alla Pedata del Diavolo
Il mattino seguente sono sceso al piano inferiore per riaccendere i camini, non ero l’unico. L’alba sarebbe stata verso le 7 e avevamo ancora una ventina di minuti. Abbiamo deciso di vestirci e tornare sulla pedata del diavolo per ammirare l’alba.
Il freddo era come la sera prima, ma non c’era vento, quindi, nonostante i circa -9 gradi, è stata un’esperienza assolutamente godibile.
Anche in questo caso panorama incantevole.
Vista l’alba siamo scesi nuovamente al rifugio ed abbiamo preparato la colazione.
Dopo colazione con tutta calma abbiamo iniziato a preparare per andarcene, solo alcuni di noi sono rimasti al rifugio in attesa di altre persone che sapevano che sarebbero arrivate.
Come arrivare al rifugio del Montanaro
La Pedata del Diavolo si trova nel comune di San Marcello Piteglio (che in passato era denominato San Marcello Pistoiese, dal suo paese principale) ed è facilmente raggiungibile da due punti:
- Dalla Casetta Pulledrari, dove oggi c’è un campeggio e prima c’era una stazione sciistica: si tratta del punto in cui finisce la strada asfaltata a 1222 metri slm sopra l’abitato di Maresca, prendendo prima una strada forestale (chiusa con una sbarra) e poi salendo sulla destra seguendo il sentiero CAI n3.
Il percorso è segnato molto bene, impossibile sbagliare, dura circa un’ora con 350 metri di dislivello per arrivare al rifugio del Montanaro. - Dalla località Pratorsi, che si trova sopra il centro abitato di Gavinana, si passa dall’Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese e si prosegue fino a dove termina la strada.
Troverai un grandissimo parcheggio dove una volta c’era una stazione sciistica.
Da qui ci sono le indicazioni, si risale la pista fino a dove diventa una strada che ci conduce rapidamente al passo della Maceglia. Qui le indicazioni sono chiare, si procede in salita fino ad arrivare ad una radura sulla sinistra (che altro non è che il pendio che conduce alla Pedata del Diavolo). Da questa radura si procede dritto sullo stesso sentiero e da lì in 5 minuti in discesa sarai al rifugio del Montanaro. Tutto è ben segnato.
Come arrivare alla Pedata del Diavolo
L’itinerario per la Pedata del Diavolo parte o dalla Casetta Pulledrari, sopra Maresca, oppure da Pratorsi, sopra Gavinana. In sostanza da entrambi i lati si arriva nei pressi del rifugio del Montanaro.
Da Maresca si passa obbligatoriamente dal dal rifugio del Montanaro. Da qui si prende il sentiero che parte proprio dietro il rifugio, in 5 minuti si arriva ad un crocevia, ben segnato, dove prendiamo il sentiero in salita nella radura che si apre sulla destra. Da qui in 5 minuti sarai sulla pedata del Diavolo.
Salendo invece da Gavinana, proprio qualche minuto prima di raggiungere il rifugio del Montanaro si trovano chiare indicazioni che suggeriscono di salire su un pendio brullo sulla sinistra e da qui, in pochi minuti, sarai alla pedata del Diavolo.
I sentieri, gestiti dal CAI di Maresca, sono ben segnati (come avviene solitamente in Toscana) e in sostanza sono gli stessi, a parte gli ultimi minuti, che portano al rifugio del Montanaro dove è possibile dormire (prenotando e accordandosi con il CAI)
Un tramonto sul crinale per tutti
Poter gustare un tramonto da un crinale non è alla portata di tutti, molti punti di osservazione fuori dalla vegetazione prevedono escursioni molto spesso lunghe, talvolta anche faticose o difficili.
Questo posto è diverso, specialmente partendo da Pratorsi la salita è più dolce e non molto lunga.
Andare a vedere il tramonto o l’alba alla Pedata del Diavolo è sicuramente un’esperienza che vale la pena e il rifugio del montanaro è a pochissima distanza da lì.
La camminata è breve e non presenta alcuna difficoltà tecnica, quindi è adatta ad escursionisti di tutti i livelli.
Il crinale che prosegue dalla pedata del diavolo è percorso dal sentiero che porta al monte Gennaio e poi al passo dello strofinatoio, che ti permette di raggiungere da un lato il lago scaffaiolo e dall’altro la vetta del corno alle scale. Anche in questo caso non si tratta di escursioni di particolare difficoltà, ma la durata e lo sforzo da mettere in conto sono molto più grandi.